Il culo del sacco
- Monica
- 1 lug 2021
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 1 set 2023

Alla faccia delle avversità! Il viaggio l’avrebbero fatto, e non sarebbe stato un semplice ripiego tanto per distrarsi, niente sconti Internet, niente last minute. Si trattava di un vero e proprio viaggio da catalogo patinato: un tour della Thailandia, il sogno di sempre: Phuket, Phi Phi e il mare meraviglioso delle Andamane, poi su verso nord, nella giungla, tra templi ed elefanti, sul mitico Mekong, nel Triangolo d’Oro. Avevano già pagato: un occhio della testa! Tutto a spese di Anna. Si erano detti che di piangersi addosso non ne potevano proprio più. Forse, se avessero riso alla vita, la vita avrebbe arriso a loro… e così era iniziato il conto alla rovescia.
Fabio era un ingegnere informatico. A dire il vero, la sua vera passione erano i motori, poco importava se macchine o moto. Ma quando si era trattato di scegliere la specializzazione aveva dovuto abbandonare l’idea della meccanica: una coalizione di parenti, amici e conoscenti gli si era risolutamente schierata davanti per convincerlo che il futuro era nell’informatica, e che in quel campo non avrebbe avuto problemi a trovare un lavoro sicuro. Di anni ne aveva già 35, poco gli era servito laurearsi con il pieno dei voti e nei giusti tempi; da anni continuava con lavoretti bastardi, interinali, mal pagati, e per i quali le sue alte competenze non solo non erano sfruttate, ma spesso, non venivano neanche richieste. Vita con mamma e papà, sempre relegato al funesto ruolo di figlio. La depressione arrivava a ondate, anche il più narciso e ottimista avrebbe finito col soccombere. Con Anna stava ormai da anni ma, in quelle condizioni, il matrimonio era una lontana chimera. Lei invece un lavoro ce l’aveva, anche se, seppur laureata, si era accontentata di un posto come segretaria: un misero stipendio, ma almeno in regola e, perciò, sicuro.
Quella mattina, come sempre, Fabio si era alzato pigro e di malavoglia, aveva ciondolato per casa, un po’ di tempo l’aveva speso come sempre davanti al computer, gironzolando in qua e in là sul web, tanto per far venire l’ora di pranzo. Poi lo squillo del telefono, sicuramente l’ennesima compagnia con la strepitosa offerta di stagione.
“Sìììì….”
“Buongiorno, sono Cristina Parodi di Lamborghini, cercavo l’ingegner Giusti.”
“Sono io.”
“La chiamo a nome del dott. De Sanctis, siamo alla ricerca di un ingegnere informatico con le sue esatte competenze, ricorda di averci mandato un curriculum?”
“Beh, sì…”
“Uno spiacevole imprevisto ci impone tempi di selezione molto stretti, se fosse ancora interessato, il dott. De Sanctis la vedrebbe domani mattina alle 8:30 per un colloquio…”
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