top of page

Là fuori c’era la guerra

  • Immagine del redattore: Monica
    Monica
  • 25 giu 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 7 mag 2023



Lo scossone ti fa trasalire, quasi ti scaraventa fuori dal sedile. Quante buche per quella strada sconnessa. Ti guardi intorno nella fioca luce di un giorno che muore; le stesse lugubri espressioni, le facce stanche. Avete appena svoltato per la statale 202, manca poco all’ospedale. Le ambulanze sono già arrivate, stanno scaricando i feriti. Scendi e aiuti anche tu. Gesti convulsi, voci confuse. Un uomo ti urta, mentre barcolla sotto il peso della barella che sta trasportando. Ti giri, i tuoi occhi cadono su un’altra barella, lasciata a terra. Sopra c’è un uomo, poco più di un ragazzino, la testa piegata su un lato, un rivolo di sangue dalla bocca, il braccio che penzola fuori. Ha gli occhi ancora aperti, sbarrati in uno sguardo che sembra trafiggere l’aria. L’hai bramata quella crocetta rossa. Te la sei guadagnata. Ora ce l’hai. Devi darti da fare. Cerca di non pensare. Non ora. Ti guardi intorno, mentre il sottotenente Gualtieri ti chiama: “Vieni, Maria, presto! Aiutami, portiamolo dentro.” Una scena che si ripete: veloci, più che potete, spostate quest'altro uomo nell’ambulatorio e lo adagiate su un lettino. Rimasta con lui gli sorridi timidamente, come per incoraggiarlo, poi nell’attesa del medico, ti armi di forbici, tagli i pantaloni intorno alla ferita e sciacqui via il sangue. La stessa scena, questa volta però l’espressione dell’uomo è assente, sembra ti guardi, ma non ne sei sicura, gli occhi sono socchiusi, sta per venir meno, speri stia solo per svenire e non sia troppo tardi.


È fatto di organza quel vestito leggero, che sa di primavera. Come svolazza al vento, e le gambe, che pur copre oltre il ginocchio, si vedono a tratti sotto un soffio sbarazzino. Ma il girocollo, con quel garbato collettino, no, davvero troppo pudico. 22 anni, tutti ancora da vivere. La treccia, almeno quella, Maria l’ha tolta. Ora, i lunghi capelli, color della cioccolata, li lascia sciolti, e scendono ben oltre le spalle. E con quanto trasporto sposta il ciuffo dagli occhi, con gesto lento e calibrato, che sa di sensuale. Una conquista sulle pretese di mamma. “A casa per cena, non tornare più tardi, che papà si arrabbia.” “Tranquilla ma’, non farò tardi.”


Comments


bottom of page