una nuvola bianca
- Monica
- 24 feb 2018
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 20 feb 2022

L'uomo che mi ha insegnato di più sul buddhismo non era un monaco dalla testa rasata, non parlava sanscrito e non viveva in un monastero sull'Himalaya. Non era neanche buddhista, in realtà. Si chiamava Carl Taylor, avrà avuto un po' meno di cinquant'anni e abitava a San Francisco da sempre. Avevano trasportato il suo letto a rotelle nel giardino del padiglione destinato ai lungodegenti del Laguna Honda Hospital. Quel pomeriggio il cielo era azzurro e terso, ma faceva molto freddo. Carl rabbrividiva. Stava morendo di cancro.
Ho incontrato Carl durante il mio soggiorno di una settimana allo Zen Hospice Project, un'organizzazione di volontari buddisti che assiste lo staff di un reparto [...] Siedo accanto a Carl e lo aiuto a sistemare la vecchia giacca che usa come coperta. L'uomo accetta la sua condizione di malato terminale con rassegnato coraggio. Io cerco di parlare del più e del meno, con risultati penosi. Che conforto puoi offrire a chi ormai ha poco da vivere, e lo sa?
"Che tipo di lavoro fai, uhm, facevi?". Silenzio. Una lenta boccata di fumo dalla sigaretta. Guardiamo una solitaria nuvola bianca che corre per il cielo, rompendo la monotonia dell'azzurro.
Passa un'eternità.
"Non parlo del passato". Ok. Mi scervello per mantenere viva a conversazione, consultando mentalmente la mia lista di domande. Se non posso chiedere niente del passato e non ha senso parlare del futuro, non resta che il presente. E nel presente, come sto imparando, non ci sono domande, c'è soltanto l'essere. Sono a disagio: privato delle sue domande, il giornalista non ha più identità.
Ma a Carl sembra bastare che io me ne stia lì seduto, si vede che la mia compagnia allevia in qualche modo la sua sofferenza. Quando mi rendo conto che non posso fare altro, mi rilasso. Carl mi lancia un'occhiata e sorride. Tutti e due abbiamo capito che ho appena imparato una piccola lezione.
Insieme, guardiamo passare un'altra nuvola bianca.
Perry Garfinkel, "I nuovi buddisti", National Geographic
Comments