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Ayrton

  • Immagine del redattore: Monica
    Monica
  • 12 mag 2022
  • Tempo di lettura: 2 min


In un pomeriggio di sconsolata malinconia mi capita tra le mani, così per caso, un articolo che avevo tenuto da parte per la bellezza delle parole scritte e, soprattutto, evocate. Lo scrive Furio Zara su Vanity Fair. Altro non è che un estratto del libro L’ultima curva, dedicato ad Ayrton Senna. Senna, uno di quelli che piacciono, piacciono anche a te, chissà poi perché? … e allora, ti fermi a pensare…


Ci sono piloti che vincono, altri che restano nella Storia.

Ma c’è un solo pilota che nel ricordo fa ancora battere il cuore. [...] Era un sognatore, dei sognatori aveva l’ingenuità e la ferocia. [...] serbava la malinconia dell’eroe solitario, coltivava il fascino irresistibile di chi è di tutti senza appartenere mai a nessuno, offriva il profilo al destino che si stava compiendo.


Lo sguardo che vaga in una foto rubata, un pomeriggio carico di troppe nuvole, la pioggia amica che consola la fatica, la voce prestata a un amico perduto nel sonno del coma, le solitudini apparecchiate per cena, il suono nascosto della sua macchina, il bianco tra una riga e l’altra della Bibbia, che teneva sempre con sé. Dettagli che – come lampi nella memoria – illuminano la leggenda di Senna e ci restituiscono l’immagine definitiva del più fascinoso eroe del Circus.

I capelli scompigliati da un vento complice, il profilo da francobollo tra cui si intravede la traccia di una lontana timidezza. Uno sguardo carico di malinconia sconsolata e cortese, con un velo di tristezza che gli attraversava il viso, di fretta, una nuvola distratta che passa davanti al sole, prima di andarsene altrove.

La bellezza è sempre una domanda, mai una risposta.


Tra Hunt ed Hamilton, la scia della cometa di Senna.


Furio Zara

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