MONICA MAZZANTI
copywriting - redazione testi
corsi di scrittura
Inchiostro di parole
Capitolo 13 - La promessa di aiuto
Monica
​
Freja pensò:
“Se sbatto le braccia, sì, proprio come un uccello, allora, volerò… e, se volo, potrò almeno posarmi sopra qualcosa…“
Nulla da fare, flottava, continuava a flottare a mezz’aria, così come era stata scaraventata verso l’alto dall’impeto di rabbia di Halvor, quando era successo il finimondo, la terra aveva tremato e i libri erano volati in ogni dove.
“Dio santo, aiutooo, aiutooo, qualcuno mi faccia scendere da qui!”
Ormai da oltre un’ora in quella buffa posizione, non era neanche più spaventata, solo indispettita ed esasperata.

Halvor entrò nella libreria ancora assorto nei suoi pensieri, e là la vide, sospesa e sgambettante. Gli venne quasi da ridere… poi si riprese e, proprio in quell’istante -patapum- la suora si ritrovò seduta per terra, il sottanone alzato, a gambe divaricate, in bella mostra.
“Halvor, che tu fossi totalmente fuori di cucuzza mi era già evidente! Son rimasta così per più di un’ora!”
Halvor, davvero, non seppe cosa controbattere. Uscito in preda a un misto di rabbia incandescente ed euforia stellare, non si era accorto di nulla, tantomeno della suora sparata a mezz’aria. Ed ora si ritrovava in quel pandemonio.
“Ti sei fatta male?” fu tutto quello che riuscì a dirle.
“Non lo so, non lo so, so solo che tu sei tutto matto, hai bisogno di aiuto… professionale! Guarda cosa hai combinato!”
In quel mentre arrivò anche Matildhe… e non a caso…
“Su, su Freja, nulla è successo, non ti sei fatta nulla, ora mettiamo tutto a posto.”
Le provvidenziali parole della sorella non distolsero Halvor dal più impacciato imbarazzo.
“E ti sembra che non è successo niente?”
Halvor stava per proferir parola, quando lo sguardo della sorella lo intercettò. Bastò quell’occhiata per farlo desistere da qualsiasi tipo di chiarimento.
“Ora ragazzi mi dite cosa è successo!”
“Cosa è successo? Sei tu che devi a me delle spiegazioni! Dimmi di ‘sto signor Svend!” ribatté Halvor.
Per un attimo, sentì crescere il moto iracondo ma, con sua stessa sorpresa, riuscì a controllarsi. Qualcosa in lui era davvero cambiato. Il nuovo incontro con la madre, e l’aver accolto le sue magiche rivelazioni, aveva risvegliato in lui la sua essenza per metà stregata. Era come se quel tormento interiore, che da sempre lo aveva inseguito, stesse ora svanendo, così come la rabbia, che sfumava in un sentimento ancora lontano da essergli pienamente rivelato, ma che, in qualche modo, da lui veniva riconosciuto.
Freja abbassò lo sguardo.
“Lo so, ho sbagliato, ma l’ho fatto per il vostro bene. Quando ho rivisto Svend alcune settimane fa, e mi ha raccontato della lettera, della sua fuga e del libro, ero fuori di me… da allora è successo di tutto, fino alle pazzie di oggi. Cosa sta succedendo?”
“Ci hai mentito per 25 anni, 25 anni, ci hai negato la verità!”
“E a cosa ti avrebbe portato la verità? A farti star male, come stai adesso?”
“Voglio incontralo!”
“Hai ragione, è un tuo diritto. Gli parlerò e organizzerò un incontro.”
“Ma anche il tatuatore, voglio incontrare anche lui. Se è vero che tu non sai nulla, lui saprà spiegare questi strani disegni e la loro simbologia, li ha fatti lui, una spiegazione dovrà pur darla.”
“Devi credermi, non so nulla, e ti aiuterò anche in quello. Andremo insieme a cercarlo a Christiania, dove aveva la sua bottega.”
“Io mi sono accorto di… di avere dei poteri, per così dire, innaturali.”
“Beh, mi sembra ovvio o, forse, sto solo sognando…”
“Dov’è la lettera?”
“L’ho ridata a Svend, dopo tutto era sua.”
“E il libro… di che libro parli?”
“Anche quello ce l’ha lui, l’ho visto per caso nella camera in cui ha alloggiato alla Casa Missionaria dell’Accoglienza.”
“Che libro è? Adesso anche un libro!”
“Glielo hai dato tu, avvolto in una sciarpa arancio… A un usignolo mi porta la tua ombra.”

Gli occhi di Halvor ebbero un guizzo, iniziarono a brillare. Ricordava tutto, ricordava quella mattina, e quel gentile signore, che gli aveva chiesto un libro sulle follie dell’amore. Ricordava la sua scelta, quel libro che parlava della leggenda di Plutone e Myntha, la ninfa traditrice, che aveva osato sfidare la moglie Persefone… ora capiva il perché di quella menta, come, del tutto inconsciamente, avesse scelto proprio quel libro, tra i tanti. Un altro pezzo di quella pazza storia - la sua – gli veniva rivelato. Ciò che pensava affascinante fantasia mitologica, lo stava conducendo verso un risveglio ormai inevitabile. Quell’iniziale incrinatura, si stava aprendo in meraviglia.
​
image credits: 1. Alexas_Fotos, 2. Comfreak da Pixabay​
​