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questione di sguardo

  • Immagine del redattore: monica877
    monica877
  • 13 mar 2018
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 26 dic 2020



Sguardi di un autunno accennato.

Un periodo meraviglioso per accarezzare i colori. Vagare tra il giallo, l´ocra, il carminio. Essere punti dall´agrifoglio, custode dei segreti degli elfi, socchiudere gli occhi al sole radente del tramonto, che disperde tonalità su distese di faggi, e respirare sospiri portati dal vento. Un magico mondo di fiabe, aspettando il bramito di un cervo. Il mio Frodo lo incontrai la prima volta in quel periodo, dopo una ricerca affannosa: pare che nessuno avesse un cucciolo di Black Labrador, in quel momento.

Alla fine lo trovai, quasi adulto, accoccolato accanto al divano di una signora inglese: ultimo rimasto della cucciolata. Ricordo perfettamente quella sciabolata che penetrò il mio cuore. Un senso di caldo e freddo, accompagnato da un’irritazione sulla pelle. E tutto da un semplice sguardo. Sono sprofondato dentro come un bambino alle giostre e nulla più mi interessò accanto.

Il primo giorno che lo portai a casa salimmo assieme sul monte. Percepivo un leggero senso di paura. Paura che in qualche modo scappasse via. Ho esitato un attimo a lasciarlo, l´ho guardato negli occhi e un senso di fiducia mi colpì. Libero come il vento. Si allontanò un attimo, il tartufo teso a chissà cosa. Accelerò l´andatura e sparì dalla mia visuale. Un piccolo fremito irrigidì il mio corpo e il suo nome venne fuori dalla mia gola quasi istantaneo. Quando lo rividi spuntare con le orecchie alte ed uno sguardo attento, capii che tutto era stato definito ed un filo misterioso aveva cinto le nostre vite.

Abbiamo passato 3 bellissimi anni assieme. Già, sto usando il passato... purtroppo. Una di quelle malattie terribili me l´ha portato via... neanche aveva battuto 4 anni. Importa e non importa. Importa, perché il dolore in quei momenti è così straziante, che la soluzione migliore è rinchiudersi nel proprio io e non ascoltar verbo, ma semplicemente cullarsi nel sentimento. Non importa, perché il tempo passato assieme è stato così struggente da eliminare la definizione temporale del tempo stesso. Ogni minuto passato è stato entusiasmante. Ogni suo sguardo, ogni suo scodinzolio, era un fremito per il mio semplice essere. E sì, perché bisogna essere davvero semplici per amare e capire un cane: così come è semplice il puro sentimento. Ricordo discese da torrenti montani, pozza dopo pozza, accanto come due fratelli. Ricordo viaggi con il suo muso perennemente fuori dal finestrino. Ricordo il suo potere di farmi passare nuvole grigie nella testa con un semplice sguardo. Ricordo i suoi salti all'arrivo a casa dopo il lavoro. Ricordo tutto il bene che gli ho voluto... forse una briciola a confronto del suo. Ricordo il suo ultimo grido terribile di morte per avvisarmi che non ci saremmo più visti... in questo mondo. Quando mi ha lasciato, ho semplicemente reciso un ciuffo del suo bellissimo manto nero e l´ho posto in una scatoletta. Ogni anno, in quel triste giorno, ne disperdo un po´ nel suo lago che amava tanto. Seguo con lo sguardo le onde che raccolgono quei ciuffi neri e piango. Piango come un bambino e non me ne vergogno. Forse bisogna vergognarsi del puro amore? "I wish you long runs, my sweet Friend, hope your soul is jumping free from cloud to cloud. One day we´ll share, both, some good time again."

Insieme a te, dedicato a tutti quelli che dicono: «In fondo, è solo un cane!» Grazie Tommy


 
 
 

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