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Slogan

As good as it gets

sluagh ghairm = slogan, dal gaelico: grido di guerra

Quale migliore inizio per parlare di claim, payoff, baseline, tagline… slogan, per l’appunto.

 

Grida tu, che grido anch’io. Potrebbe essere uno slogan nella guerra della comunicazione. Chi sa farlo più forte e più chiaro è il più bravo.

 

Dettare regole per arrivare allo slogan giusto non è facile impresa, ma tutti possono scriverlo, così si dice nell’ambiente pubblicitario (mentre solo i bravi copy sanno realizzare un bel testo). Tutti possono avere l’insight giusto per farsi scoppiare in testa la frase vincente, quella che sarà ricordata e ripetuta fino a diventare un vero e proprio tormentone.

 

Uno slogan con carattere è l’esca che attira nella direzione voluta, verso la promessa pubblicitaria, che ti fa leggere il testo di un annuncio o che ti invita a guardare lo spot. Innanzitutto deve essere ripetibile e accattivante, quindi differenziare la marca e comunicare il main benefit. Ma, cosa non meno importante, deve andare di pari passo con la personalità del prodotto. Tanto per intenderci, se si tratta di un’auto fuoristrada, deve saper evocare forza e grinta con tono energico e risoluto; se in ballo c’è una city car, comunicare agilità e praticità con simpatia e brio. La personalità del prodotto viene così a identificarsi con il target da colpire.

 

Differenza e main benefit

Qual è la caratteristica che contraddistingue il prodotto e che, possibilmente, la concorrenza non possiede? È questo il perno sul quale fare roteare la fatidica frase perché è su quella caratteristica che il prodotto acquista forza e personalità.

Qual è il vantaggio effettivo che offre, la sua unique selling proposition? Come sempre in pubblicità, è necessario creare un bisogno e mostrare come esso possa venire soddisfatto.

Ma la nostra frase deve anche - e soprattutto - suonare bene; dunque, libero spazio a metafore e associazioni di idee, che richiamino ricordi, immagini, sensazioni. Ben venga l’uso di rime, assonanze e consonanze, che creino un ritmo ben cadenzato e orecchiabile. Magari, si potrebbe ricorrere a una frase fatta o a una citazione famosa, subito riconoscibile. Magari, usata in modo ironico. Quanti magari… per arrivare al mitico slogan. Magari, gli esempi stessi di slogan ben riusciti possono meglio di qualsiasi regola esemplificare le 1000 e una strategia da mettere in atto per costruire ad arte la frase memorabile.

Eccone alcuni.

 

Semplicità

 

Spesso è la semplicità a essere vincente. È semplice, molto semplice, quello che considero uno dei più begli slogan mai concepiti:

 

Got milk?

 

Si trattava di una campagna tematica americana per promuovere il consumo di latte, inteso come alimento sano e gustoso. Il successo fu immediato e strepitoso: le vendite registrarono una subitanea impennata. Era il 1993. La campagna approdò in seguito anche in Italia (e non solo): ricordate i simpatici baffetti bianchi, che molte celebrity indossavano scherzosamente sulle pagine delle nostre riviste?

La semplicità è disarmante, in quanto tale. Ci colpisce nella sua immediatezza.

 

Ma ce l’abbiamo il latte? Come possiamo essercene dimenticati!

Il primo spot che apparve alla televisione americana rimane un cult dell’advertising.

 

Un altro slogan bello e semplice è quello di Vodafone:

 

Life is NOW

 

Cogli l’attimo! Il mondo gira e tu devi farne parte. La vita va vissuta momento per momento, e servirsi del giusto operatore di telefonia mobile può di certo aiutare.

 

 

 Giochi di parole

Ripetizioni di suoni e parole, rime, parallelismi… infinite le possibilità. Sono gli slogan più facili da creare e, per questo, molto sfruttati. La loro musicalità permette di trovare combinazioni felici sia a livello fonetico che mnemonico.

 

Plop, plop, fizz, fizz, oh what a relief it is.   (Alka-Seltzer)

Clairol herbal essences. A totally organic experience.

My goodness, my Guinness

Cats like Felix like Felix.

Più lo mandi giù, più ti tira su!   (Lavazza)  

Ho una buona cera, ottima direi, è cera Grey!

Chi non mangia Golia è un ladro o una spia.  

With Canon you can.

 

 

Bizzarre stranezze

Se la semplicità disarma, la complessità intriga. L’orecchio si tende; la mente, dubbiosa, si interroga.

Metti un tigre nel motore.   (Esso)  

Era il 1959. L’americana Exxon lancia quello che diventerà uno degli slogan più popolari nel mondo intero: Put a tiger in your tank. Ma sono gli italiani a fare il vero “miracolo” pubblicitario: per Esso Italia a tiger – una semplice tigre – diventa un tigre. Un che?? UN TIGRE: il tigrotto ammiccante, che ti sorrideva sornione, e la cui cosa penzolava dallo specchietto retrovisore di tante macchine di quegli anni, era un tigre… non una tigre.

 

Chi Vespa mangia le mele.    (Piaggio)

 

Siamo alla fine degli anni ’60. Piaggio fatica a stare al passo con i tempi e deve rilanciare il suo pezzo forte: la Vespa. In aiuto arrivano le mele… sì, le mele! Una mela al giorno, toglie il medico di torno.  Lo spot ha un grande successo. In anni difficili, di contestazione e rivoluzione, sa parlare di libertà, ecologia, risparmio. Il messaggio è sognatore, illogico, fuori dal tempo, e diventa un atteggiamento di vita. E anche Vasco arrivò a dirci, se pur ironicamente, che chi non mangia le mele, si fa le pere. 

 

coca cola chi
coca cola chi vespa mangia le mele
coca cola chi?!?
coca chi non vespa più e si fa le pere
con tutte quelle tutte quelle medicine

 Su quell’onda si passò a…

Mela compro la vespa!

poi, per il ciclomotore Ciao (e sempre per la Vespa) si arrivò alle sardomobili.

 

Le sardomobili hanno i musi lunghi.  Bella "chi Ciao"  

 

Le scatolette a quattro ruote, appiccicate in mezzo al traffico metropolitano, venivano beffardamente schernite dallo snello Ciao: lui bello e simpatico, loro brutte e musone.

 

Non altrettanto ermetica, ma pur sempre spiazzante è la serie di slogan Golia degli anni ’80. Nello spot e nell’annuncio le smorfie dei simpatici personaggi fungevano da vere onomatopee visive.

   

Golia bianca sfrizzola il velo pendulo  

e

 Titilla la papilla

Evocativi a effetto

 

Quasi sempre evocativi e raffinati gli slogan delle auto. 

 

Macché Hollywood Boulevard: le impronte delle sue mani Richard Gere preferisce imprimerle sulla neve in vetta a una montagna tibetana. Va benissimo così perché Gere ha deciso di devolvere il suo compenso alla giusta causa tibetana.

The power to be different.   (Lancia) 

Today. Tomorrow. Toyota.

Batte. Forte. Sempre. (Unieuro)
Feel   (Ford)

 

 

Coop abbandona l’orecchiabile La Coop sei tu, chi può darti di più? e decide di puntare sul suggestivo

Dalla tua parte. Noi.

pronta risponde Conad

Persone oltre le cose.

di simile coniatura Gabel

Bella la casa. Bene tu.

Provocanti-maliziosi

 

Bellissimi gli spot di questa campagna MasterCard, che si sono susseguiti negli anni e nel mondo. Il crescendo degli acquisti effettuati con la carta, elencati uno dopo l’altro con tanto di didascalia, viene infranto da un evento per il quale nessun prezzo può essere corrisposto. Tra i più belli, quello del musicista in vena di vendetta che, raggiante, si trova a esibire il suo talento alla festa di matrimonio dell’ex fidanzata, presentataci con look arcigno e altezzoso.

Ci sono cose che non si possono comprare. Per tutto il resto c’è MasterCard.

Suonare al matrimonio di chi ti ha detto: “o me o la musica”, non ha prezzo. Sì sa, certe cose non si possono comprare.

 

 Sempre di una carta di acquisti si tratta, ma in questo caso in ballo c’è American Express.

 

Don't leave home without it.  

Aggressivo-perentori

 

Gli aggressivo-perentori sono spesso esclusiva dell’abbigliamento e degli accessori, vale a dire, quei prodotti che devono suggerire sicurezza e apprezzamento, che servono a renderci belli e provocanti.

 

Just do it.   (Nike)
Don't ask if you dreams are crazy. Ask if they are crazy enough.

Swatch. The others just watch.  

In caso di neve. Colmar.

O così.  O Pomì.

Romantico-rassicuranti

Dall’altra sponda: i romantico-rassicuranti. Spesso, si tratta di alimenti, prodotti che devono ispirare fiducia nel consumatore e che sanno creare rassicuranti atmosfere domestiche da toni fiabeschi e tinte pastello.

 

 Dove c’è Barilla c’è casa.

Knorr. Innamorarsi in cucina.

Ceres c’è

Chicco. Dove c'è un bambino.

Pet store. Pet stories. (Arcaplanet)

 

Citazioni

 

Le citazioni sono un’altra scorciatoia. Attingono a un universo pressoché infinito di possibilità.

Il mattino ha il riso in bocca.  (Kellog's)

                                                        Trattasi di riso soffiato da colazione.

 

 

Chi rompe, Attack. 

Niente paura! Non c’è niente da pagare, con Attack ritorna come nuovo.

Girotondo di sensi per Bang & Olufsen, elettronica di design, che diventa un’esperienza multisensoriale.

                                                Chi ha occhi per toccare ascolti.  

Ironico-beffardi

 

Quelli che ispirano il sorriso, e si ricordano per simpatia.

 Il prodotto supera il suo testimonial.

Nespresso. What else?

 

Polo. Il buco con la menta intorno.

 

Scottex. Il posto più morbido dove mettere il naso.

I’m inspired. And u?   (Nardi)

Mica male ‘sti spaghetti! E se, anche tu, ti facessi venire un’ispirazione?

 

nardi_edited.jpg

Degna fine di una lunga lista, l’esilarante campagna Esselunga 2001-2004, che giocava con il nome dei prodotti da pubblicizzare, storpiandoli e fondendoli con nomi di personaggi famosi che, a loro volta, prendevano vita identificandosi nel prodotto stesso. La somiglianza lascia senza parole.

John Lemon

Vincent Van Coc

Pom Abbondio

Giovanni Verza

Lawrence D’Arabica

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