MONICA MAZZANTI
copywriting - redazione testi
corsi di scrittura
Inchiostro di parole
Copy
Indurre, c​ondurre, sedurre
Dar vita ad un’immagine - originale - che sappia catturare l’attenzione attraverso concetti e parole, traducendo colori e suoni e sapori. Un’immagine che rispecchi una sua identità, capace di infondere un’atmosfera. Ecco servito il mestiere del copywriter.
Provocare, dunque, una reazione, che possa condurre verso la promessa pubblicitaria.

Gli stili saranno diversi secondo il messaggio da comunicare, il target da raggiungere e il media da utilizzare. Si potrà essere spiritosi, poetici, drammatici… poco importa. Ma il concetto di base rimarrà lo stesso: sedurre.
Sedurre nel senso letterale della parola: dal latino, condurre verso di sé. Quando si è in grado di provocare nel fruitore un senso di empatia e di condivisione, oppure di sottile attrattiva, la strategia sarà vincente.
Spesso è la via indiretta ad essere la più riuscita. È infatti molto difficile arrivare al bersaglio con una singola frecciata. Quanti consumatori sono alla ricerca di quello specifico prodotto? E in quanti di loro, quello specifico prodotto, andrà a soddisfare esigenze e gusti personali? L’atto diretto, inoltre, viene percepito con sospetto, come imposizione. Se, invece, si saprà evocare, e rimandare a ricordi e a suggestioni, il target di utenza si moltiplicherà in modo esponenziale. Dunque, far sì che i pensieri scorrano, senza incaponirsi su ciò che cerchiamo e su come lo vogliamo.
Così come nelle altre forme di espressione, anche nel mondo della comunicazione, ciò che piace, e viene ricordato, non è quanto espressamente detto, bensì quanto - più o meno - velatamente percepito. Il meccanismo che ci porta ad immedesimarci è quello che va a toccare una parte intima di noi e della nostra esperienza. È più importante sentire che capire. Non si persuade, ma si emoziona.
The heart decides, the mind confirm. That's really how you get through to people. […] We make decisions on the basis of emotions and we use facts and evidence to support the decisions our emotions are pointing us towards. John Simmons, Dark Angels
Internet ha rivoluzionato il linguaggio della comunicazione in molti modi e non solo in rete. Il below the line si trasforma, non è più below, anzi, esplode in potenza.
Nel 1999 appare The Cluetrain Manifesto, un documento che rivoluziona il linguaggio aziendale, una vera a propria piattaforma di 95 nuove regole di comunicazione, che spiega come parlare al cliente, inteso come persona, prima che acquirente.
"A powerful global conversation has begun. Through the Internet, people are discovering and inventing new ways to share relevant knowledge with blinding speed. […] These markets are conversations. Their members communicate in language that is natural, open, honest, direct, funny and often shocking. Whether explaining or complaining, joking or serious, the human voice is unmistakably genuine. It can't be faked.
Most corporations, on the other hand, only know how to talk in the soothing, humorless monotone of the mission statement, marketing brochure, and your-call-is-important-to-us busy signal. Same old tone, same old lies. No wonder networked markets have no respect for companies unable or unwilling to speak as they do".
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Improvvisamente non si scrive più per il singolo o un gruppo sociodemografico, ma per chiunque. Perché chiunque può arrivare su quella pagina e... vedere. E quel chiunque può scegliere chi vedere e quando... e può anche giudicare. E se sceglie di vedere vuol dire che lo vuole, che è più propenso e rilassato (un grande salto rispetto all'adv tradizionale).
Nell’intimità dello scambio con il proprio computer non si accettano declamazioni. Bando, dunque, alle parole altisonanti. Con il cliente diventa necessario dialogare. Le persone, al contrario delle aziende, parlano e raccontano con le parole del parlato, in modo spontaneo e naturale, per niente artificioso. Da tattiche da attacco si passa a strategie di amorevole fidelizzazione, si flirta col potenziale cliente, che ti sta studiando ed esaminando.
Ed ecco Francesco Amadori con i suoi polli 10 e +, e Giovanni Rana che entra in casa, impersonandosi cuoco.
Non dimentichiamoci la rivoluzione dell'approccio berlusconiano alla politica dell'immagine e della comunicazione. Berlusconi personaggio, con il suo fare guascone, lontano dalla polvere ingessata della vecchia politica, cambia registro. E' il linguaggio delle sue televisioni: bando alla cripticità voluta da Prima Repubblica, gli italiani ricevono a casa Una storia italiana, che parla di successi imprenditoriali e mostra foto di famiglia. E il nome del partito, che suona come slogan: Forza Italia.
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Arrivano i social! Tutto diventa intimo e autobiografico e parte una nuova rivoluzione. Il prodotto diventa un modo di vita, non lo si acquista solo come espressione di uno stile, ma per introiettarlo nella propria story, come espressione di sé. E il significato diventa più importante dell'oggetto!